Per affrontare il problema dell’efficacia concreta della c.d. clausola di salvaguardia degli interessi di mora nell’economia dell’intero contratto di mutuo, bisogna avere ben presente il testo dell’art. 644, commi 3 e 4, c.p.
La legge stabilisce il limite oltre il quale gli interessi sono sempre usurari. (…) Per la determinazione del tasso di interesse usurario si tiene conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate alla erogazione del credito.
Come si vede il tasso di interesse usurario è dato dalla somma di tutta una serie di spese, commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo promessi (ad eccezione di imposte e tasse), oltre agli interessi corrispettivi e di mora.
Ogni voce di costo, però, ha una sua autonomia, una sua natura, una sua giustificazione: parlare di ISC (Indice Sintetico di Costo) è cosa ben diversa dal parlare di TAN (Tasso Annuale Nominale), ed è ancora cosa ben differente dall’ interesse di mora (cfr. Nullità parziale del contratto bancario “usurario” e profili applicativi, Antonio Tanza).
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[fonte: altalex.com]